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Due pratiche della Self Mindfulness



Il MAHAMUDRA DELLA DISCESA DELLA FORZA


Non ho mai parlato di questa pratica che ho creato circa 15 anni fa, probabilmente perché ho sempre un certo pudore di menzionare pratiche che non sono proprio ortodosse secondo una conoscenza comune. È giunto il momento di parlare di questa pratica che può essere appresa solo per trasmissione diretta perché non solo comporta alcune posizioni delle mani e delle braccia (mudra), ma soprattutto perché bisogna riuscire a trasferire il significato profondo che essa racchiude. La pratica è un atto di Devozione e di Gratitudine nei confronti del Divino, dell'Universo, della Vita. La si compie alla fine di una sadhana individuale o alla fine di un gruppo di meditazione o di crescita personale. È la conclusione di un lavoro e il ringraziamento che ne consegue. Bisogna averla praticata per molto tempo per poterla insegnare perché non è soltanto una serie di posizioni e di vocali, fatta meccanicamente. In questa pratica si cantano le sette vocali del mantra delle cellule OM NA MO BHA GA VA TE, collegandole con l'attenzione ai sette chakra, partendo dall'alto, ovvero dal chakra della corona: OM (settimo-sommità del capo), NA (sesto-fronte), MO (quinto-gola), BHA(quarto-cuore), GA(terzo-plesso solare), VA(secondo-pube), TE(primo-perineo,piedi) Contemporaneamente ad ogni chakra corrisponde un mudra, partendo quindi dall'invocazione (braccia levate verso il cielo) e terminando nel chakra della radice con il mudra Radicamento (mani verso la terra). Ovviamente ci sono gli altri 5 mudra che non sto qui ad elencare proprio perché è importante ricevere le istruzioni nella maniera tradizionale, ovvero a voce. È potente fare questa pratica insieme, in maniera corale, e restare poi un po' in silenzio. Si conclude con un inchino recitando Om Shanti, Shanti, Shanti. Lo si può fare sia da seduti che in piedi, a seconda delle situazioni e dei contesti. Naturalmente questa pratica la insegno nei miei laboratori e negli intensivi di Self Mindfulness.



LA MEDITAZIONE INTEGRALE


Un'altra pratica che ho creato più di venti anni fa' è la meditazione integrale di cui faccio cenno nelle locandine dei miei Laboratori e corsi di meditazione. Questa pratica ha come fulcro il PURNA JAPA, ovvero la recitazione mentale del mantra delle cellule. Si inizia ponendo l'attenzione sul Settimo chakra e si fa vibrare il mantra su quel chakra per due o tre minuti. Poi si scende al sesto, quinto, quarto, terzo, secondo, primo (sempre per due o tre minuti...ma si termina tornando al settimo: nel più basso c'è il più alto. Sri Aurobindo e Mère dicono che nel profondo della Materia c'è il Divino. Quindi sono otto passi. È una pratica potente e bisogna essere stati iniziati al mantra ed averne dimestichezza. Anche qui vale la regola che non è una pratica che si può improvvisare, anche perché, per esperienza personale consolidata, posso dire che il mantra ha più potere se viene passato da un insegnate o comunque da chi lo pratica da tempo e con costanza, anche se c'è la registrazione di Mère. Ormai ho fatto centinaia di gruppi e ho passato il mantra a centinaia di persone, forse persino a migliaia, ed ho visto come sia diverso praticarlo le prime volte in gruppo e con una persona che ne abbia esperienza.

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