La Mindfulness è ormai un argomento così frequente in numerosi ambiti, quali la psicologia, la psicoterapia, la ricerca interiore, le neuroscienze e la spiritualità in generale, che ho la necessità di tentare di far chiarezza su di essa.
Molti ritengono che la Mindfulness sia collegata necessariamente a Kabat-Zinn perché in effetti egli ha avuto il merito di diffonderla in ambiti istituzionali, creando un protocollo specifico (MBSR) che ha consentito la sua grande diffusione. Ma la Mindfulness ha un significato più generico che comprende altri protocolli e numerose sfaccettature.
quando si parla di Mindfulness bisognerebbe intendere la pratica di consapevolezza come atteggiamento fondamentale della vita e non come pratica specifica.
Per essere più chiaro bisogna specificare che la Mindfulness insegna come risvegliare la consapevolezza e come applicarla alle nostre forme pensiero, alle nostre emozioni e sensazioni e alle nostre azioni quotidiane.
Praticare la consapevolezza dovrebbe essere un atto dovuto nei diversi frangenti della nostra esistenza che include il camminare, il prendere un autobus, il fare la fila ad un ufficio postale e così via.
La Mindfulness quindi include anche pratiche di meditazione, ma non si esaurisce ad esse.
Anche se Kabat-Zinn ha estrapolato il suo protocollo dalla Tradizione buddhista Theravada, non bisogna assolutamente confondere la meditazione Vipassana e la tradizione Theravada con la Mindfulness. Il Buddhismo Theravada vanta una tradizione ed una saggezza millenaria e reca in sé una complessità ed una ricchezza che non possono minimamente essere equiparate alla Mindfulness in generale.
Dice Ronald D. Siegel nel suo pregevole libro Qui ed Ora: "La pratica della mindfulness può essere intrapresa in modo diverso a seconda dello stile di vita di ciascuno. Mentre trovare del tempo per la meditazione formale è importante, la mindfulness può essere praticata anche nell'ambito delle consuete attività di tutti i giorni...". Prosegue dicendo: "Cosa intendiamo quando diciamo mindfulness? Non ci si riferisce ad un particolare stato mentale (...) ma piuttosto ad un particolare atteggiamento verso la nostra esperienza, qualunque essa sia".
Mindfulness è fondamentalmente lo stato di attenzione, il più possibilmente costante, da portare nella vita. L'attenzione genera consapevolezza e concentrazione. Dire mindfulness equivale a dire pratica di consapevolezza.
Nell'ambito di un percorso mindfulness si possono inserire varie pratiche, sia di meditazione, che di concentrazione e di attenzione aperta, diffusa ed inclusiva. Si può scegliere di praticare la meditazione Vipassana, la meditazione Zen, le pratiche mantriche, la preghiera contemplativa cristiana, la preghiera del cuore, la meditazione vedantina, etc.
Ciò che importa è che in questo percorso personale ci sia lo spazio per includere tre momenti differenti e complementari di addestramento alla consapevolezza: la pratica formale (la meditazione seduta), la pratica informale (l'attenzione consapevole nell'azione quotidiana) ed i ritiri di meditazione (giorni di approfondimento interiore nel silenzio). Ognuna di queste tre fasi è complementare alle altre.
La mindfulness nelle sue varie forme ha sempre una speciale attenzione al corpo, alle sensazioni ed emozioni, alle posture, allo spazio che occupa, ai sensi e quindi all'impatto che l'ambiente ha su di noi.
La mindfulness perciò si integra magnificamente con qualsiasi psicoterapia o percorso di crescita personale.
Nel percorrere questa via ovviamente si possono produrre delle aperture a stati di coscienza transpersonali che fanno da ponte ad una spiritualità naturale che non ha necessariamente bisogno di un'appartenenza religiosa, ma che nemmeno la escludono, semmai la potenziano.
Articolo molto interessante e chiaro