La ricerca interiore è stata per me (ed in parte continua ad esserlo) un cammino ad ostacoli e talvolta un vero labirinto in cui più volte mi sono perso. Da ciò scaturisce in me l'aspirazione a cogliere ciò che a mio avviso è essenziale per riuscire a condividerlo semplicemente. Sono certo che l'unica vera "malattia" dell'essere umano sia l'identificazione con la sua personalità che è una rete intricata di opinioni, di emozioni contraddittorie, di forme pensiero che ci sono state appiccicate addosso e che ormai crediamo nostre. Questo è il problema: ognuno crede di essere questa matassa e la chiama identità. L'identità di cui parliamo è sempre autoreferenziata. Tutte le relazioni sono inquinate da questo credersi importanti ed esclusivi. Da ciò scaturisce che la mia rabbia, la mia tristezza, la mia vendetta e il mio rifiuto sono sacrosante perchè vedo solo me. L'altro esiste solo in quanto produce in noi una reazione e le sue motivazioni non hanno valore. Vediamo questo comportamento esasperato in certe trasmissioni televisive in cui alcuni individui mettono in piazza i loro drammi d'amore. Osserviamo persone completamente ipnotizzate da se stesse che non riescono ad uscire dalle loro "legittime rivendicazioni". Ovviamente l'altro è sempre colpevole e l'offeso è intrappolato nella sua convinzione. E' tremendo assistere a queste scene perchè è evidente che manca in questi individui ogni capacità di disidentificarsi per un momento dalla propria personalità disfunzionale. E' l'essenza del narcisismo, è la corazza caratteriale che ci imprigiona. Se queste persone si potessero vedere da fuori, se si potessero sconnettere dal proprio ego (come nel film Il Pianeta Verde che consiglio vivamente), resterebbero attonite! Da queste considerazioni molto semplificate deriva in me la convinzione che il passo fondamentale per essere consapevoli è imparare a disidentificarsi, sviluppando l'osservatore, di cui si parla nella mindfulness ed in ogni altra pratica di consapevolezza. L'osservatore non elimina quel comportamento, ma almeno lo smaschera e ce lo pone di fronte. Ritengo che questo sia il vero inizio di una via di Verità sincera e che molti intraprendano invece una ricerca interiore o spirituale, senza passare per questa fase basilare, continuando in tal modo ad essere sonnambuli. L'osservatore però è ancora una funzione cognitiva, una parte della mente che osserva la mente, e non è quindi completamente imparziale. Assume varie sfumature che fanno ancora parte dell'ego: può essere giudicante, tollerante, ironico, colpevole ed avere altre caratteristiche. Comunque è necessario passare attraverso questa fase, tranne casi in cui alcuni individui sono direttamente passati al Testimone, ovvero allo sguardo silenzioso, vasto ed impersonale del Sé o della Natura essenziale che anima e sottende questa nostra forma umana. Ho però constatato di persona che spesso gli individui che fanno questo salto di coscienza lo pagano con crisi profonde e anche con alterazioni della personalità, perchè la struttura del carattere non regge un'esperienza così potente, Perciò auspico che il processo di passaggio dall'osservatore al Testimone avvenga molto gradualmente e sia sempre accompagnato da un serio lavoro psicologico.
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