PRIME CONSIDERAZIONI
Dopo trentacinque anni di esperienza come psicoterapeuta ed Analista reichiano, ho maturato la convinzione, suffragata naturalmente anche dall'incontro con i miei "pazienti", che la dimensione spirituale delle varie Tradizioni sapienziali di ogni epoca e luogo deve essere considerata una potenzialità umana fondamentale nel processo di sviluppo, di trasformazione e di cura degli individui e che deve essere inclusa nell'attuale psicologia. Purtroppo la parola spiritualità e lo scempio che ne viene fatto a livello commerciale, ideologico e speculativo rende arduo inserire nel mondo psicologico delle Scuole, delle Accademie e della ricerca i processi REALI che sono descritti da numerosi Maestri e Ricercatori seriamente impegnati nello studio e nella sperimentazione di questa funzione dell'essere umano. Il problema è che ancora adesso si confonde la spiritualità con una dimensione mistica, visionaria oppure esclusivamente collegata alle religioni. Mi rendo conto che nell'ignoranza generale e nella prevenzione culturale che ancora vige in molti ambiti ufficiali non è per niente facile cercare di portare un discorso articolato e scientifico su questo tema. Ho spesso incontrato nel mio ambiente numerose diffidenze, con pochissime eccezioni, che però non mi hanno fatto scoraggiare perché in tanti anni ho potuto verificare che esiste veramente una dimensione interiore di coscienza di cui parlano le tradizioni e di cui iniziano anche ad occuparsi le neuroscienze, anche con l'ausilio della Mindfulness. Spinto da un'autentica "passione" verso questo campo a cui ho dedicato la mia vita mi propongo con le mie piccole forze e con mezzi limitati di procedere in questa direzione fin dove avrò la capacità di arrivare. Certo sarei felice se fossi affiancato da altri ricercatori che fanno questa esperienza direttamente e lavorano "sul campo", ovvero sperimentano con sincerità e discriminazione su se stessi. Purtroppo anche in questo settore ci sono spesso personalismi, chiusure, attaccamenti alle proprie idee. Vorrei invece un confronto sereno, essendo comunque pronto per quanto mi riguarda a modificare certi miei assunti, consapevole del fatto che su questo argomento ne so e ne sappiamo ancora pochissimo. Sono certo però che la psicologia del futuro non parlerà più di spiritualità, ma di SCIENZA DELLA COSCIENZA. Mi preme precisare che uso il termine "scienza" in senso nobile, ovvero la scienza che vuole sapere, la scienza umile, e non quella dogmatica che Wilhelm Reich chiama 'meccanicistica', contrapponendola alla scienza funzionale che è al servizio dell'essere umano. Ci sono infatti alcuni studiosi che uniscono ragione, intuizione e 'cuore' e si sta manifestando un modo di approcciare la conoscenza che si apre alla vita e alla dimensione interiore. È evidente che sono gli uomini che determinano il modo di fare scienza in base alla loro struttura del carattere. Coloro che sono ormai imprigionati nella loro struttura non possono che creare una scienza arida e dogmatica, contraria alla vita e alla libera espansione; ma gli studiosi che sentono ancora la loro pulsazione vitale infondono nella loro ricerca l'amore per la vera conoscenza. Quando uso la parola 'coscienza' non posso che riferirmi alla mia esperienza diretta di uno stato di vastità e di pienezza silenziosa in cui non esistono movimenti mentali, ma c'è un'essenziale percezione di esserci. Non ho la preparazione scientifica che mi consente di parlarne in altro modo. Lascio questo compito ai neuroscienziati, agli esperti di PNEI e di fisica quantistica. Ma ne posso parlare come esperienza, non solo a livello personale, ma anche per mezzo di ciò che osservo nei miei pazienti. Ma su un punto non transigo: per attivare una esperienza di piena presenza non può e non deve essere trascurato il lavoro di trasformazione della struttura del carattere, così come Wilhelm Reich lo intendeva. L'armatura caratteriale, come Reich la chiamava, è una realtà psicosomatica che corrisponde ad un irrigidimento di tutta la personalità. Ci vuole quindi un attento e continuo lavoro bioenergetico per aprirsi all'esperienza della coscienza. In questo processo ritengo anche importante il contributo di Alexander Lowen e del poco conosciuto Pierrakos. (Roberto Maria Sassone)
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