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Immagine del redattoreRoberto Maria Sassone

Quale saggezza?



Mi domando quando considero un individuo "una persona saggia". Questa premessa mi conduce a fare una serie di considerazioni in cui la mente non ha nessuna presa e già questo mi suggerisce che sono sulla buona strada! Ho conosciuto molti individui "spirituali", molte persone che si definiscono "ricercatori"; fino a pochissimo tempo fa anch'io usavo questo appellativo. Conosco i loro discorsi, amore, perdono, presenza, sviluppo, evoluzione, anima, coscienza...sono tutte parole che uso spesso anch'io...ed ora vorrei poterle eliminare, non perché non ci creda più, ma perché hanno perso la dignità e la sacralità del loro significato. Ma scegliere il silenzio finisce col lasciare che queste voci suadenti abbiano ancora più potere di penetrare nelle coscienze ancora ingenue ed assetate di chi desidera un po' di sincerità. Ho notato che i finti saggi, i finti maestri, i finti istruttori non si riconoscono dalle magnifiche parole che sanno dire, ma da ciò che sono quando smettono di distribuire saggezza. Ho un parametro ormai che mi permette di riconoscere la sincerità e la reale esperienza di queste persone "sagge": la loro umanità. La parola umanità racchiude un senso così profondamente semplice e naturale. L'umanità di una persona si riconosce dalla capacità di accogliere VERAMENTE ciò che l'altro è senza nessun giudizio; accogliere i suoi errori, le sue fragilità, le sue incoerenze, i suoi bisogni, ma anche i suoi sforzi, la sincerità con cui cerca di essere vero e di vedersi così come è. I presunti "maestri" si guardino quando sono soli con se stessi, quando gli altri non li vedono agire nel loro spazio privato. Sono davvero così saggi, risolti, senza conflitti, capaci di amare, pieni di empatia, sinceramente umili? Per tanto tempo ho creduto che il più grande valore fosse raggiungere uno stato di piena coscienza, di piena equanimità, di totale coerenza...come ero ingenuo! Ora sento profondamente che il più grande valore è ACCOGLIERE PIENAMENTE LA PROPRIA UMANITÀ, avvolgere teneramente se stessi ancor di più quando siamo ammaccati, quando siamo smarriti, quando ancora vecchi bisogni fanno sentire la loro voce. Rivendico il diritto di commettere errori, di non poter essere assolutamente certi di qualcosa, di sapere che siamo condizionati per quanti sforzi facciamo. La nostra onestà sta nel vedere tutto questo e nell'impegnarsi ad agire al meglio, cadendo e rialzandoci con uno sguardo amorevole. Noi siamo ancora molto approssimativi, instabili, incerti. Non sappiamo quasi niente. MA QUESTA È LA NOSTRA GRANDEZZA CHE CI RENDE EROI. Malgrado la nostra natura traballante di superficie sentiamo che c'è un Tesoro dentro di noi, che siamo ALTRO, che c'è una Natura essenziale, ma che questo non ci esime dal passare attraverso la nostra Umanità che è una caratteristica che ci spinge a nuove avventure della coscienza. Quando qualcuno vorrebbe fare di me una specie di "maestro" provo un vero fastidio perché non comprende che il valore di una persona non è legato ad uno STATUS. La cosa divertente è che quando vedono che fumo, che mi piace la mortadella ed il pesce, che apprezzo il buon vino, restano disorientati. Mi domandano come mai? Io rispondo: "sono semplicemente umano". Non sono né speciale, né risolto, né saggio, né niente! Che grande liberazione non dover essere niente! Queste stesse persone sono quelle che restano abbindolate da chi ha assunto le vesti dell'illuminato e guarda dall'alto in basso i poveri mortali che ancora hanno queste "debolezze". Non voglio però che le mie parole nutrano un equivoco. Accogliere la nostra umanità non significa indulgere nelle nostre debolezze, ma riconoscerle e attrezzarsi per trasformarle ove sia possibile. La menzogna non risiede nelle nostre limitazioni, ma nel far finta di non vederle e soprattutto nel mostrarci agli altri con presunzione e nell'assumere atteggiamenti solo esteriori di saggezza. Diffido di chiunque mostri di essere intransigente, di chi giudica, di chi non ha empatia, di chi non sa giocare, ridere, scherzare....diffido di chi non ha nessuna incoerenza, nessun conflitto, nessuna incertezza. In fondo anch'io ho dato dei giudizi in un certo senso, scrivendo queste parole...ma sono semplicemente umano...e so solo camminare. Nella vita ho avuto dei maestri, ed ho imparato da loro soprattutto quando mi hanno mostrato la loro umanità. Non è la perfezione che ci rende grandi, ma la sincerità, l'umiltà, l'umorismo e la nostra preziosa FRAGILE UMANITÀ.

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