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Immagine del redattoreRoberto Maria Sassone

Il sussurro della Fenice

Aggiornamento: 29 ott 2020

Raccolta di poesie di Roberto Maria Sassone




1

Quando il tuo corpo è vivo, irrorato dal Sole interiore, e lo sguardo si apre sul mondo, cogliendone la gloria espressa dalle forme stupende che in essa si esprimono, il virus non ha nessun potere e si integra con tutto ciò che sei.


Il vero pericolo è l'uomo ignorante che gioca al demiurgo, nel suo tentativo penoso di avere potere sulla vita,

Scompariranno dall'evoluzione questi inutili esseri delle finanza, questi pagliacci della politica. Non sanno ancora che fanno parte della vecchia specie e si inebriano degli ultimi colpi di coda.

Guai a chi tocca i bambini. Altri esseri più potenti di loro li marchieranno nell'anima. La storia che vediamo è solo un riflesso di altre sinfonie e chi scandalizza i bambini sarà ricondotto agli elementi essenziali e disperso nel cosmo.

Nessuna paura del virus, restiamo nei corpi gioiosi nei teneri abbracci, nel calore dei corpi vibranti. La morte sorride ai guerrieri e infonde più vita e più doni.

Ho pietà per chi copre la bocca e nasconde i sorrisi perché è così che si attrae la fine, si costruisce il muro, si avvizzisce nella tristezza.

L'uomo è fatto per la Gioia, per danzare nel creato col Cuore che canta colmo di Gratitudine.



2

Vedo questi uomini di potere con le loro belle giacchette scure, pieni di sé nei loro tronfi sorrisi, piccoli microbi ignari della loro morte.


Il loro tempo sta per scadere mentre si compiacciono di privilegi per cui hanno venduto l'anima.

Poveri pupazzi che si credono principi e regnano nei loro reami fatiscenti dipinti di falsa vernice d'oro.

L'ora dell'ineffabile è vicina. Già s'intravedono i primi segni dell'alba nei fremiti di giovani coscienze che sanno vedere oltre l'apparenza.

Non temono la morte perché sono radicati nella Luce e il loro Cuore è vibrante di Forza.



3

Non aver paura di me, piccolo virus, non hai bisogno di lottare con me.

Possiamo trovare un accordo.

Possiamo convivere in pace se facciamo amicizia e ti adatti a me.

Puoi unirti ai tuoi numerosi fratelli che ospito in me da quando son nato e stare al sicuro tra le mie cellule.

Pace, piccolo virus!



4

Ogni giorno al risveglio so che morirò. Tutto ciò che mi è caro lascerò rendendolo prezioso.


Le azioni che ancora compirò, le opere che mi sono attribuite perdono dimensione ed importanza.

Trattengo unicamente il loro senso e abbandono all'istante le forme che rivestono.

Persone e cose muoiono in un battito per riapparire il giorno dopo di nuovo destinate a perire. La morte mi insegna il valore.

Navigo negli anni senza appartenere alla Terra nel precario equilibrio tra commedia e adesione.

Umano nell'abito e altrove nel cuore assaggio l'inconsistenza della vita mortale.

Per questo ogni cosa compiuta la lascio al suo destino, maestro d'abbandono.

È come sognare sapendo di esser sveglio. È come esser naufrago su un'isola che presto lascerò.

Se non ci fosse il faro resterebbe soltanto l'illusione del viaggio.


5

Non parole che la mente inaridisce, parole secche, voglio parole che vibrano come il gong nella sera e il leggero sussurro di brezza.

Ascolto menzogne da sguardi rapaci Osservo le bocche tagliate che sbavano e sporchi sorrisi.

L'angelo della morte ha sguainato la spada gloriosa. Sa attendere in silenzio immobile, altero, l'istante propizio.

Sulla vetta solitaria un uomo prega.


6

Ormai so di non sapere amare. Mi sono riempito la bocca di belle parole ma il cuore è un seme in attesa dell'alba.

La nuda verità di me stesso è una conca minuscola che offre il sollievo da tempo bramato.

Che sia forse un inizio d'amore vedere l'oscura mancanza?


7

Rendimi schiavo e mantienimi tale, diceva implorando il piccolo uomo.

Dammi un recinto che sia bene arredato cosparso di giochi e fiori di plastica.

Il diavolo, sorridendo benevolo, esaudì ogni suo desiderio.




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