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LE PAROLE DI VERITÀ DEI GRANDI ESSERI


(Leggere con piena attenzione: ogni parola ha un peso)



Jiddu Krishnamurti - Taccuino, Ubaldini, pag 70

" La meditazione senza una formula fissa, senza una causa e una ragione, senza un fine e uno scopo, è un fenomeno incredibile. È non soltanto una grande esplosione che purifica, ma è anche morte che non ha domani. La sua purezza devasta, non lasciando angoli nascosti dove il pensiero possa acquattarsi nelle sue stesse oscure ombre. La sua purezza è vulnerabile; non è una virtù indotta nell'essere attraverso una resistenza. È pura perché non ha resistenza, come l'amore. Non c'è domani nella meditazione, non c'è argomento con la morte. La morte di ieri e di domani non lascia lo squallido presente del tempo - e il tempo è sempre squallido - ma una distruzione in cui si trova il nuovo. Questo è la meditazione, non gli sciocchi calcoli del cervello in cerca di sicurezza. La meditazione è distruzione nei confronti della sicurezza e c'è una grande bellezza nella meditazione, non la bellezze delle cose costruite dall'uomo o dalla natura, ma la bellezza del silenzio. Questo silenzio è il vuoto nel quale e dal quale tutte le cose fluiscono e hanno il loro essere. Esso è inconoscibile, né l'intelletto né la sensibilità possono aprirsi una strada a esso; non c'è strada per raggiungerlo e un metodo che si ponga questo scopo è l'invenzione di un cervello avido.. Tutte le strade e i mezzi dell'ego che calcola devono essere completamente distrutti; ogni andare in avanti o all'indietro, al modo del tempo, deve finire, senza domani. La meditazione è distruzione; essa è un rischio per coloro che vogliono condurre una vita superficiale e una vita fondata sulla fantasia e sul mito".


Jiddu Krishnamurti - Taccuino, Ubaldini, pag 66

"Mentre salivo e scendevo (nel bosco) vi fu per quell'intera ora e mezza quella forza che è una benedizione. Ha la qualità di una enorme e impenetrabile solidità; nessuna materia potrebbe mai avere quella solidità. La materia è penetrabile, può essere distrutta, dissolta, fatta evaporare. Il pensiero e il sentimento hanno un certo peso, li si può misurare e li si può anche cambiare, distruggere e ridurre in nulla. Ma questa forza che nulla poteva penetrare, né dissolvere, non era la proiezione del pensiero e certamente non era materia. Questa forza non era un'illusione, una creazione di un cervello segretamente segretamente in cerca di potere o di quella forza che dà il potere. Nessun cervello poteva formulare l'idea di tale forza con la sua strana intensità e solidità. Era lì e nessun pensiero poteva inventarla o disperderla. Allora arriva questa intensità quando non c'è il bisogno di nulla. Il cibo, gli abiti e un tetto sono necessità e non bisogni. Il bisogno è la voglia nascosta che porta all'attaccamento. Il bisogno di sesso, del bere, della fama, del culto, con le loro complesse cause, il bisogno dell'autorealizzazione con le sue ambizioni e frustrazioni; il bisogno di Dio, dell'immortalità. Tutte queste forme di bisogno generano inevitabilmente quell'attaccamento che provoca dolore, paura e la sofferenza della solitudine. Il bisogno di esprimersi attraverso la musica, attraverso la scrittura e la pittura e qualche altro mezzo, provoca un disperato attaccamento al mezzo dell'espressione. Un musicista che usa il suo strumento per conquistare la fama, per diventare il migliore, cessa di essere un musicista; egli non ama la musica ma la sfrutta. Noi ci usiamo a vicenda per i nostri bisogni e chiamiamo tutto ciò con nomi dal suono dolce.; da questo derivano disperazione e dolore infinito. Usiamo Dio come rifugio, come protezione, come rimedio ai nostri mali, e così la chiesa, il tempio con i suoi preti assumono grande significato, mentre non ne hanno nessuno. Noi usiamo ogni cosa, macchine e tecniche, per le nostre esigenze psicologiche e non c'è alcun amore per la cosa in se stessa. Esiste amore soltanto quando non c'è il bisogno. La sostanza dell'ego è questo bisogno, e il costante mutare dei bisogni e l'interminabile ricerca, da un attaccamento all'altro, da un tempio all'altro, da una delega all'altra. La tendenza ad affidarsi a un'idea, a una formula, ad appartenere a qualcosa, a una setta, ad un dogma, è nella natura del bisogno, della sostanza dell'ego, e prende la forma delle attività più altruistiche. Si tratta di una copertura, du una maschera. La maturità è nella libertà dal bisogno. Con questa libertà viene l'intensità, che non ha causa né utile alcuno".

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